1993 Di Prata Oscar

Oscar Di Prata 

Rassegna Artistico – Letteraria A. S. L. A. I.
(Associazione Sanitari Letterati Artisti Italiani) Via Montesuello, 24  25100 Brescia

Brescia, 8 ottobre 1993

Due le direttrici di ricerca pittorica cui volge Egidio Perna (medico di professione ma pittore d’istinto) che al paesaggio dedica il suo tempo libero.

Da un verso la ricerca pittorica si ispira al vero, trae spunti  da silenti, solitari, scorci di paesaggio. Un tipo di pittura materica, monocromatica, nei verdazzurri,  animata da improvvise accensioni di colore che caratterizzano l’idea pittorica, catturano l’attenzione.
In alternanza, diverso criterio interpretativo, il paesaggio concepito ai limiti dell’irreale, romantico, visto in un alone di sogno. Crepuscolare, notturna visione in cui prevale l’azzurro, il viola, argentea luminosità.
Una convergenza di ricerca potrebbe, a mio parere, dare sorprendenti risultati

1993 Anelli Luciano

Travagliato (BS)  8 Dicembre 1993

Egidio Perna si lancia con grande istinto verso il mondo dei colori dell’arte del  novecento. Il 900 è ricchissimo di varie correnti artistiche (astrattismo, fovismo, post-impressionismo, espressionismo, arte materica, body-art, arte conflittuale, arte virtuale, arte povera, neo-avanguardia, controavanguardia, nuova avanguardia, ecc…) fino all’installazione di questi ultimi anni dove il quadro in quanto tale non esiste più.

L’autore nelle sue opere mostra una grande fedeltà alla pittura di tipo tradizionale. Egli attraversa le principali correnti artistiche di questo secolo, ma non appartiene a nessuna di queste;
Egidio Perna ci propone qualcosa di personale: il linguaggio del suo io, un linguaggio di colori e di forme forti, un linguaggio non sfumato, ma corposo, amalgamato, senza segni di esitazione. Definirei le sue opere delle “Visioni Naturali”, non dei veri paesaggi; esse rappresentano delle “visioni dell’anima” legate a momenti d’amore o comunque a momenti affettivi, costruite con colori forti, densi, materici, colori che scuotono, che danno un’emozione.

1994 Quaresmini Giovanni

Giovanni Quaresmini

Brescia, Novembre 1994

La ricerca pittorica di Egidio Perna, medico di professione e pittore per orbite interne, è caratterizzata da alcuni elementi chiave:
Il primo è la primitività. L’autore, infatti, si rivolge con forza a pochi oggetti fondamentali, a selezionati significanti immediatamente individuabili: sole, monte, acqua, albero. Si tratta di archetipi, simboli che sono messi lì per sprigionare tutta la forza dei significati che racchiudono. In un certo senso costituiscono gli elementi di base che pur “contenuti” nel quadro sembrano esplodere: è come se l’energia vitale non possa essere contenuta dentro i confini della tela, ma abbia un bisogno dirompente di superarli.
Il secondo elemento è il silenzio che permea ogni opera. Lungo un originale percorso impressionistico l’autore colloca le proprie “visioni” del paesaggio, che in parte …sono rasserenanti, e in parte cariche di inquietudine e di emotività. L’impressione è che l’interiorità superi “l’oggetto” rappresentato recuperando le forze della natura nella loro primordialità, in una sorta  di “dopo catastrofe” dove il silenzio-vuoto ma struggente dei colori sembra invocare l’uomo che non c’è.
Il terzo elemento infatti è proprio l’assenza dell’uomo. Nei suoi paesaggi non c’è l’uomo attore, faber, direttamente protagonista, ma si avverte l’uomo fuori dal quadro, osservatore, che vede questi paesaggi onirici, costruzioni di sogni in un luogo da sortilegio.
Ecco allora che i suoi paesaggi rappresentano il sogno che si sovrappone alla realtà. Tra cipressi e sfondi dove l’alba e il tramonto sembrano compenetrarsi nei colori dell’anima si respira un’aria di attesa: forse sta per succedere qualcosa, o l’autore vorrebbe che succedesse qualcosa, che però rimane come in un “mondo sospeso”.
E così col tempo che sembra fisso, incastrato in un attimo di eternità e che in quanto tale non appartiene all’uomo, si avverte un “non succedere” o meglio l’immobilità del tempo che forse vorrebbe rimettersi in moto.
Ecco allora che la ricerca pittorica di Egidio Perna, pur traendo spunto da silenti solitudini e scorci di paesaggi, si anima di problematiche e temi profondi colti da un versante emotivo.

1995 Di Prata Oscar

Oscar Di Prata

Rassegna Artistico – Letteraria A. S. L. A. I.

(Associazione Sanitari Letterati Artisti Italiani) Anno X° N.2 Luglio 1995

A distanza di tempo, a fronte di un sensibile approfondimento del linguaggio d’espressione meritano particolare attenzione alcune opere di recente attuazione, (pur sempre a soggetto paesistico) non più d’induzione onirica; l’albero, la terra, il cielo, l’acqua, elementi simbolo in un descrittivo contesto pittorico riportati a valori reali e concreti.

La presenza umana intuita laddove si respira un’aria d’attesa ipotizzata con più forza.

Bandito ogni dettaglio, inutili preziosismi cromatici, l’immagine consegue maggior slancio evocativo, la natura, lo scorcio di paesaggio si delinea in disincantate cromie; l’atmosfera, l’ambiente più veri e reali: l’habitat a dimensione più umana.

1996 Calabrese Angelo

Angelo Calabrese

Napoli, Gennaio 1996

La scelta di un linguaggio artistico che vivifichi l’intuizione contemplativa in un ventaglio di sentimenti ispirati alla verità della meraviglia, che, da sempre e per sempre, la natura esercita nel comunicare la “scoperta” della vita, ha sollecitato Egidio Perna a inventare brani paesistici per illuminare i suoi spazi nella “durata” dell’intimità.

Si avverte nella ripresa, a memoria, o come più giustamente sottolineiamo, nel misto di percezione visiva (il visto e non perduto) e di gioiosità creativa (quel ritrovare in se stesso la pagina che meglio renda l’emozionalità sentimentale), una specie di solipsismo magico che trasforma il  frammento di visualità in idillio orchestrato in liricità cromatica.

E’ evidente la contraddizione tra realtà invivibile, oppressiva, caotica, e queste emergenze di “visioni-finzioni”, la cui magia epifanica allude alla realtà, ma intanto, contraendo dei segnali, comunicati nell’equilibrio che solo la natura sa trasferire in tutte le sue giustificatissime identificazioni, nell’emozione impressione che appartiene all’umanità, il fruitore si concilia con il mistero.

Il clivo, il bosco al margine della pianura fiorita, il prato, i silenzi che assonnano gli alberi,le gioiose processioni di corpose corolle, i petali gonfi e seducenti, la messa in posa di un’attrattiva apparente immobilità, sospesa per offrirsi tutta alla visione incantata, altro non sono se non mistero alla cui esca corre chi vuole farsi catturare dalla magia dell’allegoria e della metafora.

Egidio Perna è catturato dalle sue visioni, è preso per incantamento e libera l’accesso ai suoi luoghi d’incanto e di sottile malinconia perché nessuno sfugga alla loro estatica attrattiva. Echi di arcane lontananze, cipressi sottili e fontanili, echi d’acque che si lasciano seguire dallo sguardo che le perde dove spariscono, in un mistero non meno insondabile di quello della loro origine, fanno cogliere appieno il senso dell’idillio cui abbiamo accennato e avvertiamo la dolcezza di questa pittura rievocativa.

Intanto anche dove il senso della visione d’insieme assume una più chiara tensione espressionistica, resta solenne la condizione esistenziale: una risposta alla frenetica attività espressa con il distacco contemplativo, da cui non è estraneo anche un sentimento di ineluttabile rassegnazione che si riscatta solo nella naturalità della speranza: la vita rifiorisce, soli e lune si rinnovano alle albe e ai tramonti, le finestre spalancate sulle intense fioriture amplificano il respiro dei colori che variano, in ascesa, verso le alture che confinano con le nuvole.

Talvolta Egidio Perna sceglie il gioco favola d’ambientazione: quello è lo spazio naturale per l’avventura rinnovata, quella è la casa dove tutto può accadere, perfino di sognare l’impossibile, quello è il prato dei voli di fantasia, quelle le distese dei pensieri che gravano come presagi che li stimolano.

Perna è l’uomo di scienza che nella sensibilità naturalistica rovescia l’aridità quotidiana: la natura vive coerente con se stessa, tutta da riscoprire, da amare, da ritrovare con l’esplosione della meraviglia: gli spessori materici, le costruzioni plastico espressive sono volontà di ridare consistenza al respiro poetico; sentimento e ragione si conciliano, in intensità, nell’incanto di natura di cui non si perde la memoria.

La pittura diventa atto persuasivo a riconnotarsi nell’armonia visibile: che sia imminente il miracolo è la speranza

2003 Calabrese Angelo

Napoli, Gennaio 1996

La scelta di un linguaggio artistico che vivifichi l’intuizione contemplativa in un ventaglio di sentimenti ispirati alla verità della meraviglia, che, da sempre e per sempre, la natura esercita nel comunicare la “scoperta” della vita, ha sollecitato Egidio Perna a inventare brani paesistici per illuminare i suoi spazi nella “durata” dell’intimità.

Si avverte nella ripresa, a memoria, o come più giustamente sottolineiamo, nel misto di percezione visiva (il visto e non perduto) e di gioiosità creativa (quel ritrovare in se stesso la pagina che meglio renda l’emozionalità sentimentale), una specie di solipsismo magico che trasforma il  frammento di visualità in idillio orchestrato in liricità cromatica.

E’ evidente la contraddizione tra realtà invivibile, oppressiva, caotica, e queste emergenze di “visioni-finzioni”, la cui magia epifanica allude alla realtà, ma intanto, contraendo dei segnali, comunicati nell’equilibrio che solo la natura sa trasferire in tutte le sue giustificatissime identificazioni, nell’emozione impressione che appartiene all’umanità, il fruitore si concilia con il mistero.

Il clivo, il bosco al margine della pianura fiorita, il prato, i silenzi che assonnano gli alberi,le gioiose processioni di corpose corolle, i petali gonfi e seducenti, la messa in posa di un’attrattiva apparente immobilità, sospesa per offrirsi tutta alla visione incantata, altro non sono se non mistero alla cui esca corre chi vuole farsi catturare dalla magia dell’allegoria e della metafora.

Egidio Perna è catturato dalle sue visioni, è preso per incantamento e libera l’accesso ai suoi luoghi d’incanto e di sottile malinconia perché nessuno sfugga alla loro estatica attrattiva. Echi di arcane lontananze, cipressi sottili e fontanili, echi d’acque che si lasciano seguire dallo sguardo che le perde dove spariscono, in un mistero non meno insondabile di quello della loro origine, fanno cogliere appieno il senso dell’idillio cui abbiamo accennato e avvertiamo la dolcezza di questa pittura rievocativa.

Intanto anche dove il senso della visione d’insieme assume una più chiara tensione espressionistica, resta solenne la condizione esistenziale: una risposta alla frenetica attività espressa con il distacco contemplativo, da cui non è estraneo anche un sentimento di ineluttabile rassegnazione che si riscatta solo nella naturalità della speranza: la vita rifiorisce, soli e lune si rinnovano alle albe e ai tramonti, le finestre spalancate sulle intense fioriture amplificano il respiro dei colori che variano, in ascesa, verso le alture che confinano con le nuvole.

Talvolta Egidio Perna sceglie il gioco favola d’ambientazione: quello è lo spazio naturale per l’avventura rinnovata, quella è la casa dove tutto può accadere, perfino di sognare l’impossibile, quello è il prato dei voli di fantasia, quelle le distese dei pensieri che gravano come presagi che li stimolano.

Perna è l’uomo di scienza che nella sensibilità naturalistica rovescia l’aridità quotidiana: la natura vive coerente con se stessa, tutta da riscoprire, da amare, da ritrovare con l’esplosione della meraviglia: gli spessori materici, le costruzioni plastico espressive sono volontà di ridare consistenza al respiro poetico; sentimento e ragione si conciliano, in intensità, nell’incanto di natura di cui non si perde la memoria.

La pittura diventa atto persuasivo a riconnotarsi nell’armonia visibile: che sia imminente il miracolo è la speranza

2003 Bruno Elio

Napoli giugno 2003

“Roma”
La poesia visiva è realizzata da Egidio Perna con colori ed immagini. Così ha scompaginato  un libro,che si intitola “Segni, parole, colori” (Edizio­ni Ritualia, pagg.49, s.i.p): un esempio di liriche illustrate da dipinti. Non sappiamo se siano nati prima i versi o le composi­zioni pittoriche. Forse la genesi è simul­tanea, il momento estetico è la scintilla che ha generato entrambi.

Perna è un napoletano, classe 1959, che esercita la professione di medico e men­tre è impegnato nella difficile scienza del dio greco Esculapio ha trovato il tempo per frequentare le Muse non solo con diletto, ma pure con profitto. Dal 1993, in­fatti, ha allestito diverse sue mostre per­sonali ed esposizioni , nelle quali, in un tripudio di luci e di colori, ricorrono e sci­volano tinte morbide, campeggiano pae­saggi agresti e fiori (papaveri e girasoli ), alberi, ruscelli, fiumi e laghi. Una rivi­sitazione cioè di visioni georgiche, che si sdoppiano e si riconnettono in un registro di pennellate e di canto, di luce nel bosco e tramonti su uno sfondo rurale con fu­gace apparizione del mare e delle stelle, ma con il predominio di altri elementi na­turali sulla tavolozza.

L’ispirazione poetica è sollecitata dagli affetti intimi, familiari. Ecco l’immagine del padre, la figura della madre, il suo “modo di narrare i ricordi del passato…! Vedo le tue sorelle, una collana di ro­manzi,! e tuo fratello poeta (Santo Feli­ciello, n.d.r.), da una candela illuminato”.

Alla nonna Chiara è dedicato un distico bello ed efficace: “Litigava cori il ven­to…! le nascondeva il sole” ed alla figlia appena nata una dolce e cadenzata nin­na nanna

con modulazioni   di affetto e ri­soluzioni di riuscita invenzione: “Vedrai il sole quando nasce,! con un bimbo anco­ra in fasce,! vedrai il sole che va a dor­mire,! con un vecchietto all’imbrunire

Sembrano acquerelli o brevi canovacci di favole, che ricordano al lettore “I mira­coli di Val Morel” (1971) di Dino Buzzati, un volume realizzato dalla fusione di testo e immagini da lui stesso disegnate.

La fantasia si concentra ancora nelle strofe della chiusa in un andirivieni di al­lusioni e metafore, giocate fra perifrasi e similitudini: “Vedrai la luna! nel cielo brillare,! e tutte le stelle! la stanno a guardare! Vedrai la mamma,! felice, che aspetta il dolce risveglio della sua figlio­letta”.

Il libro contiene anche interventi di cri­tici sull’attività pittorica di Perna, per il quale l’arte nasce da un processo unita­rio di poesia e pittura. Per questo le sue rime hanno spesso l’andatura di “canzo­nette” (non pensate a Giorgio Caproni e alla suggestiva “Rio ho” di Aldo Palazze­schi?) e di elegie.

2003 Bertè Antonio

Napoli, Febbraio 2003

Le inesauribili fonti di sensazioni che la natura offre a chi sappia contemplarla con occhi di artista stimola interessi per la riproduzione estetica.

Così le architetture di monti, di insenature, ruderi antichi, scogli, alberi, un mondo mutevole nella sua apparenza che può dare al sognatore malinconico, visione di una successione di forme e colori che incantano l’animo e lasciano profonde impressioni di vita.

La presenza della natura, il più delle volte silente, crea le occasioni che Perna coglie con autentica sensibilità. I suoi dipinti sono brani di umanità e certi paesaggi solitari e poetici assumono valore simbolico come suggerimento religioso. A veder mio la pittura di Perna è una sorgente di liricità e poesia. Egli è artista dalla precisa coscienza dei suoi limiti e spontaneità, dal vivo fermento cromatico. Il suo paesaggio diventa così un sentire dell’anima, uno scoprire nelle masse arboree forme di vita come brevi istanti di felicità. E alberi e pietre risorgono coi colori del silenzio con le tinte della propria illusione. Nell’osservatore “sensibile” è vivo il desiderio di lasciare la città coi suoi aridi interessi. Nascondersi all’ombra di queste “tele” di Perna è ritrovare nella luce degli ideali più semplici, lo slancio e la perduta libertà.

2004 Piccolo Tina

Gennaio 2004

“Realtà e fantasia” Garello Editore

Poesia dalla trama estremamente musicale e piacevole quella di Egidio Perna. E’ una danza di versi limpidi e significativi che ci fanno intravedere scene dalla valenza affettiva e sociale.

Così i due ragazzi che sognano l’avvenire nelle gioie dell’amore, la foglia d’alto ramo che osserva e medita, il sapore consolante di una canzone…Tutto ci sorprende e ci culla nella dolcezza di una lirica sincera e innovativa. Bellissima anche la poesia “Incontro” dedicata al padre, canto si un sentimento struggente, nel ricordo di una persona insostituibile.

Viaggiatore instancabile il nostro autore, percorre i sentieri dell’anima scoprendo sempre nuove mete.

Ha una stupefacente capacità creativa e lo rivela nelle sue opere pittoriche.

Colori che caratterizzano lo sguardo, immagini che ampliano l’orizzonte del pensiero, tra cime di alberi che danzano nel vento e tenere onde che lambiscono spiagge assolate…

Professionista stimato ed affermato nel campo della medicina, sa esprimere nell’arte il suo mondo interiore così ricco di sentimenti e di emozioni. Il suo linguaggio artistico è vario e si ispira a molteplici temi esistenziali, ma il fascino della natura, dei paesaggi in cui si può ascoltare la misteriosa voce del silenzio, risulta estremamente gradevole nelle sue opere. Pittore e poeta, crea forme e situazioni, comunica principi e valori che sono gli “insostituibili” beni dell’esistenza.

Personaggio eclettico riceve unanimi consensi dalla critica ufficiale.

2004 Federici Giuliano

Ottobre 2004

“Tribuna Letteraria”

Un libro insolito e ibrido, costruito Com’e mescolando e intrecciando riproduzioni  a colori di quadri dell’autore (ottime la stampa e anche la scelta del ti­po di carta, che evoca il tessuto della te­la), SUOi Componimenti poetici, note cri­tiche riguardanti gli uni e gli altri. Sem­brerebbe quasi un catalogo, insomma, ma realizzato comunque con buon gu­sto e bene, utile a forni re una testimo­nianza d’insieme dell’autore napoleta­no . Certo l’ottantina di immagini — quasi interamente paesaggistiche, intensa­mente cromatiche, dotate di una calda e indiscutibile avvolgenza che si percepi­sce anche nelle riproduzioni più minu­scole — soverchia nell’attenzione del let­tore le poesie, che sono meno d’ una ventina e inoltre si propongono, in larga prevalenza, come liriche d’occasione, tutte tessute d’un abile gioco di rime che le rende più simili a filastrocche cantabi­li (pur indubbiamente piacevoli) che a compiute e autonome prove letterarie. Questa nostra considerazione formale, ovviamente, non vuole detrarne i valori di autenticità umana ed etica, che anzi spiccano in tutte le liriche e ne costitui­scono l’aspetto maggiormente merito­rio. Comunque sia, resta nel lettore la sensazione di aver potuto fare la conoscenza di un artista giovane (è del I 959), che, almeno nella pittura, merita sincera attenzione e potrà compiere una sua bella strada. La poesia forse resterà un passo indietro, ma nessuno deve dolersene: il dono della figurazione, quando raggiunge esiti che toccano l’anima di chi guarda, e tra i più alti che si possano ricevere, e le parole possono accontentarsi di accompagnare il talento che si esprime tramite i colori.

2005 Piccolo Tina

13 Marzo 2005

Ma di che colore è la vita? E l’arte che colore ha? Domande bizzarre che sfiorano la mente, si insinuano nel pensiero e cercano risposte…

La vita è azzurra come un cielo sereno, grigia come una giornata piovosa, gialla come una mimosa profumata, verde come un giardino di primavera?

E il colore dell’amore, dell’emozione, della disperazione, della preghiera, della speranza…

L’arte li inventa, li crea, li sfuma, ne fa un felice connubio…l’arte ritrae e interiorizza, accoglie e disperde.

Sulla tela riprende le scene della realtà e della fantasia, le ferma oppure le fa vibrare, da loro un’anima.

Egidio Perna, senologo, conoscitore dell’animo umano, del corpo e della psiche, poeta, pittore, creatore di personaggi simpaticissimi come Guantino è un artista a 360 gradi

Tanta cultura, tanta scienza e tanta creatività; sorprendente, coinvolgente, competente.

Sono tre aggettivi per un uomo di scienza e di letteratura, un testimone del colore e della fantasia, dell’autentica arte contemporanea.

Cosa c’è che proietta nelle sue opere? Speranza, malinconia, solidarietà, amore, affettività a piene mani. Ci inoltriamo nei suoi campi fioriti, tra i viali alberati, tra i paesaggi illuminati.

“E’ poesia visiva… in un tripudio di luci e di colori” come dice Elio Bruno. “…Umili e grandi meraviglie colte d’impatto o ritrovate a lampo di memoria…” come afferma Angelo Calabrese. ”…Artista spontaneo e dal vivo fermento cromatico…La pittura di Perna è una sorgente  di liricità e poesia…”come ricorda Antonio Bertè.

Ed Egidio viaggia all’interno di se stesso nei meandri degli animi altrui per carpire verità, messaggi, desideri, timori, nostalgie…Viaggia lungo i sentieri del mondo e scopre sempre qualcosa di nuovo. Ascolta la voce del silenzio e ci fa comprendere le parole che sussurra, che grida, che chiedono e sussultano. Il sogno ci culla, ci inebria, la realtà ci tiene ancorati al tempo e ci tormenta, talvolta.

Hanno parole i colori che trovano nell’arte di Perna, nella meravigliosa e mirabile modalità di espressione del nostro autore, un linguaggio emozionante, indimenticabile.

2006 De Porcellinis Brunella

Portici 13 marzo 2006

Egidio Perna riesce, anche nel dare titolo ai suoi libri, a chiudere il cerchio di una esperienza artistica vissuta intensamente alla luce del sole, con l’entusiasmo giovanile del poeta-pittore che guarda ai fatti della vita con forte sensibilità traducendo ogni cosa in parole libere e colori sfumati nel loro chiarore.

L’autore suggerisce, con evidente formazione scientifica, le cause e gli effetti  delle poesie scritte, dove le cause sono i momenti d’amore, unici artefici, meritevoli dei diritti d’autore, e gli effetti i bellissimi dipinti che chiudono ancora una volta il cerchio. La pittura nasce come esigenza di completamento di un percorso innescato dal fascino che le parole, quasi farfalle libere, esercitano sull’animo del poeta. Sono parole colte vicino ad un parco, dove volano libere.

Tutte le esperienze descritte dall’autore suggestionano per gli accostamenti semantici a realtà non sempre comunemente riconducibili all’immaginario collettivo. Ciascuno di noi ha apprezzato ed amato Giovanni Paolo Secondo il Grande, ma difficilmente ha pensato a lui come ad un inviato speciale, o perlomeno non prima di aver letto la lirica a lui dedicata da Egidio Perna.

La capacità di sorprendere è una dote apprezzabile vista l’iterazione di scelte tematiche che diventano perni intorno ai quali ruota l’esperienza umana ed artistica dell’autore. Prevalgono aspetti paesaggistici, dai tramonti alle albe, dai girasoli nel campo a quelli di carta, e sempre fiori, alberi, onde, mare, cielo, stelle, luna, spiagge tropicali. Non mancano chiari riferimenti a forti legami affettivi, intorno ai quali vengono costruiti segni, parole, colori di particolare vivacità ed intensità.

La maggiore consapevolezza artistica, la crescita umana appare netta nella maturità delle linee che via via divengono più originali e libere. Alle grandi certezze, al prendere la vita con filosofia, provando a cantare una canzone, e a contare fino a dieci, cercato in mille altri sconosciuti, immaginato e vissuto come un’esplosione del cuore. Cosa dire dell’augurio rivolto alla bellissima Roberta, quello di vedere delfini su spiagge tropicali che costituiscono oggetto di un bellissimo dipinto.

Il sentimentalismo di oggetti ritrovati in fondo ad un cassetto e ricondotti in vita, gli auguri rivolti agli amici, le considerazioni delle esperienze politiche e tante altre tematiche dilettano il lettore che si avvicina più volte agli scritti per coglierne l’essenza spesso sapientemente nascosta e proposta con formule solo in apparenza classiche. Di tanto in tanto sembra di cogliere qualche riferimento al verso leopardiano della Sera del dì di festa al Canto notturno del pastore errante, ma è solo un momento, subito si è rituffati nella originalità del poeta-dottore che spero che curi il corpo come sa fare con l’animo.

Sogni da Sognare

Delfini su spiagge tropicali

Rincorrono libere parole

Impastate in mille colori

Dal tramonto di una vita

Vissuta in momenti d’amore

Scanditi da orologi nascosti

Girasoli al tramonto

Papaveri di carta

Cipressi e pioppi

Sogni da sognare