Volla. L’amministrazione scende In piazza tra i cittadini a parlare di Dissesto.
I CITTADINI DOMANDANO, GLI AMMINISTRATORI RISPONDONO
Il sindaco Di Costanzo e l’assessore Del Vecchio hanno accolto l’invito di Potere al Popolo, che ha organizzato l’incontro, e nella serata del 7 settembre sono scesi dai palazzi del potere per accomodarsi nella piazzetta prospiciente la Casa Comunale a spiegare il dissesto del Comune di Volla ai cittadini e a rispondere alle loro domande.
COS’È IL DISSESTO E QUALI SARANNO LE CONSEGUENZE?
In pratica il Dissesto è il fallimento economico finanziario di un Ente.
Del Vecchio:” E’ una procedura prevista dalla legge che viene messa in campo quando un ente non riesce più a far fronte ai propri impegni (debiti e obbligazioni). Ci si arriva quando negli anni si sommano molte irregolarità e leggerezze contabili nei vari settori e si accumulano i debiti e quindi non si può più programmare”.
Del Vecchio continua: “I debiti che sono usciti fuori quest’anno sono relativi agli anni passati… I bilanci non li fa la politica, ma sono fatti dai funzionari e l’anno scorso sono stati falsati”
Del Vecchio è stato il mattatore e protagonista assoluto della serata,
non fosse altro perché a lui è stata concessa la maggior parte del tempo a disposizione.
Buona la partecipazione dei cittadini.
La prima domanda, da parte di una signora, in realtà è stata una proposta, molto applaudita, e cioè quella di istituire una Commissione d’inchiesta sui tanti supermercati fioriti in città, sui “Palazzinari” e gli evasori.
Uno dei settori sotto accusa tra i responsabili del Dissesto è sicuramente l’Ambito Territoriale (per il quale Volla ha perso il ruolo di capofila a vantaggio di Cercola), che fornisce alla popolazione una serie di servizi socio sanitari e assistenziali, soprattutto alle fasce meno abbienti.
E qui la preoccupazione di una mamma di un bambino autistico che chiedeva quali fossero le garanzie per i disabili in caso di dichiarato Dissesto.
La risposta dell’assessore: “nulla si è fatto senza Dissesto, nulla si farà in caso di Dissesto… La situazione è tragica… Da diversi anni non si riesce a fare i conti… Fondi che non vengono trasferiti, o addirittura che spariscono… Non ci sono le condizioni ordinarie per continuare così… per non parlare poi dei nostri cari concittadini che non pagano le tasse ( la tari su tutto … quasi il 50% del totale degli aventi diritto ndr)”.
Ma l’assessore è ottimista: “Sicuramente la situazione non peggiorerà…”
Una dichiarazione forte è stata anche quella del primo cittadino
“Poco dopo il mio insediamento ad una riunione dell’Ambito i colleghi sindaci e assessori mi chiedevano conto di dove fossero andati a finire i soldi. Nessuno sapeva dove fossero finiti i soldi dell’ambito”.
LA POLITICA È SOTTO ACCUSA
Di fronte al pericolo del fallimento c’è meraviglia, rabbia, malumori, impotenza…La politica è sotto accusa.
Il tutto viene ricondotto al passato. Tizio accusa Caio che accusa Sempronio, il quale ridà la colpa a Tizio.
Alla domanda su quali politiche avesse messo in campo l’amministrazione per evitare tutto ciò è stato risposto, dall’assessore, che : “sono stati fatti i regolamenti”.
IL DISSESTO È GENERALE
Volla come Napoli, Roma l’Italia.
Napoli e Roma sono già state in Dissesto. Sono state salvate dai vari decreti dei vari governi. L’Italia è uno dei debiti pubblici più alti del mondo. È un Dissesto sociale, culturale, strutturale, politico, amministrativo
QUALI SONO LE CAUSE?
Quali sono le cause di tutti questi “Dissesti” o “Dissastri” economico-amministrativi. I sistemi di governance degli enti pubblici sono sbagliati e non idonei.
Non è possibile affidare la gestione e la programmazione di un’azienda pubblica (che fattura dai 15 ai 20 milioni di euro l’anno, con più di 50/100 dipendenti) ad una ventina di persone (sindaco, consiglieri, assessori) così variegate, tra cui ci sono incompetenti , inadeguati, affaristi, analfabeti strutturali e funzionali.
Per non parlare poi dei poteri che sono stati dati ai dirigenti comunali e del fatto che i dipendenti che se ne vanno non vengono sostituiti (una pianta organica di 58 attivi invece dei 180 circa previsti).
Ovviamente il riferimento non è solo Volla, ma più in generale.
Non è possibile che bastino un centinaio di voti per avere il permesso di gestire milioni di euro di soldi pubblici e decidere il valore da dare, ad esempio, ad un pezzo di terra.
Forse non siamo capaci di gestire con opulenza e profitto i soldi pubblici. Bisognerebbe trovare un altro sistema per amministrare le nostre città e spendere i soldi pubblici.
Sotto a chi tocca e prepariamoci alle prossime elezioni, che torneranno prima o poi, per le quali spetterà ad altri, o anche agli stessi, amministrare la nostra ridente cittadina.